Ogni nostro champagne, pur provenendo spesso da zone limitrofe, è diverso ed unico, in quanto ogni viticoltore esprime la propria personalità ed il proprio terreno, che, nonostante la vicinanza, presenta sempre delle varianti specifiche, a seconda dell’esposizione al sole, dell’altezza e della posizione di ogni singola parcella.
I nostri champagne, all’aperitivo, come accompagnamento di un pranzo o di una cena, fino ai formaggi ed ai dessert, si sposano armoniosamente con tutti i cibi, dai più tradizionali ai più sofisticati.
Per raggiungere una combinazione perfetta, bisogna ricordare alcuni principi di base. I cibi più “pesanti” si accorderanno con gli champagne della stessa natura. Le ricette più leggere si sposeranno con champagne più fini.
Il Pinot Noir dona allo champagne corpo e potenza, il Pinot Meunier dà rotondità, dolcezza ed un gusto fruttato, lo Chardonnay finezza, freschezza ed eleganza.
Un Brut o un Blanc de Blancs sono ideali come aperitivo e si alleano facilmente con i frutti di mare, il pesce, i volatili e le carni bianche.
Uno champagne a maggioranza di Pinot Noir, un Blanc de Noirs, Rosé o Millésime si sposano perfettamente con cibi elaborati come la cassoeula, i bolliti misti, trippa, cacciagione e tutte le carni rosse in genere, fino ai formaggi stagionati.
Un vecchio Millésime o un Demi-Sec si associano con delizia a numerosi dessert, purché non troppo dolci!
Una buona degustazione inizia dal servizio.
E’ tra i 7° ed i 10° che gli aromi si dispiegano al meglio. Per ottenere questa temperatura ideale, basta mettere una bottiglia:
• In un secchiello riempito a metà di acqua e ghiaccio per una ventina di minuti (l’aggiunta di sale grosso accelera il processo);
•Sdraiato nella parte più fredda del frigorifero per circa 3 ore.
Attenzione: il congelatore non va utilizzato per evitare di alterare lo champagne.
Come bicchiere è tassativamente indicata la flûte, soprattutto nelle moderne versioni a tulipano. La forma slanciata permette agli aromi di svelarsi senza perdersi e la sua profondità incoraggia il treno di bolle a risalire come un collier di perle fino alla superficie.
Riempite sempre la flûte per due terzi, in modo da lasciare liberi gli aromi di esprimersi.
di Cerliani Sergio e Stefano Roberto
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